I nostri eroi si sono appena imbattuti in uno specchio magico capace di creare copie di chiunque vi si specchi.
Osthur, il primo ad imbattersi nell’artefatto, si trova costratto a combattere contro il clone di se stesso. Gli altri avventurieri cercano di aiutare come possono…
Therrol decide di usare l’arco per evitare di entrare nella stanza:
"Lancio una freccia" dice e Osthur "Ma la lanci contro me o contro
altro me?"
"Contro l’altro te naturalmente!" dice pronto l’halfling
"No, ‘Altro Me" è il nome dell’altro me" dichiara sicuro il folle
avventuriero.
Per niente sorpreso il ladro prosegue "Ok, allora attacco
‘Altro Me!’ ".
Nel mentre si svolge questo delirio, il paladino
Iffoffo e il nano Pzar entrano nella stanza generando altre due copie allegramente ribattezzate "Altre Sé" e "Altro Lui".
Il combattimento procede quindi nel caos più totale, dato che il gruppo si ostinava a descrivere le proprie azioni allo stordito Diemme con frasi tipo "Me attacco Altro Lui" oppure "Lui Attacca Altro Me" e così via… nel mezzo del marasma si ode infine la voce del ladro che urla "Che nessun altro entri nella stanza! Abbiamo finito i pronomi!"