Il mondo conosciuto è sull’orlo del collasso. L’entità extradimensionale nota come Nephandum sta espandendo in ogni angolo i suoi sottili fili di male e follia, ed espandendo sempre più la sua nefasta influenza.
La confraternita che aveva giurato di contenerla ormai non ha più membri, né potere, mentre gli emissari del Nephandum prosperano. Regni cadono, continenti scompaiono, consumati dall’entità vorace.
In questo scenario apocalittico, un pugno di eroi, incoscienti e probabilmente entrambe le cose, si staglia da solo contro l’inarrestabile avanzata della corruzione, le braccia levate al cielo in segno di sfida e i cuori uniti nel solo pensiero: “Siamo i PG!“
E, visto che su Elfoladro ormai stanno diventando delle celebrità, è meglio procedere con le presentazioni…
Noah, ladro umano con più gusto per le battaglie che per le serrature da scassinare. Ha perso il suo braccio destro due volte, sostituendolo con un demone (anche se non lo sapeva, a svegliarsi la mattina con un braccio nuovo FORSE avrebbe potuto arrivarci…), e un’infame entità del Nephandum chiamata “il Vivisezionatore” vive nella sua mente, facendo a gara con lui a chi sia più assetato di sangue. Per molto tempo si è presentato come Jonah, per ragioni che ignoriamo. Gira con abbastanza armi addosso da poter aprire una rivendita. Data la sua abitudine a gettarsi nella mischia, in genere sopravvive solo grazie alle magie dei suoi amici.
Il suo grido di battaglia: “Posso attaccare con entrambe le armi se mi muovo?“
Xavios, inquisitore gnomo, la cui lingua punge quanto la sua balestra. Molto amico di Cassandra, per quanto non sia mai andato al di là dell’amicizia, si ritrova spesso a fare da spia e scout grazie alle sue doti da infiltratore. Per essere un inquisitore è sorprendentemente accomodante, vista l’accozzaglia eterogenea che è diventata la sua compagnia. Esponente di rilievo del braccio armato della sua chiesa, attualmente attraversa una crisi per essere scappato fuggiasco dal suo regno, ormai irrimediabilmente condannato.
Il suo grido di battaglia: “Ti punisco!“
Cassandra, stregona gnoma, dotata di poteri premonitori e inconsapevole veicolo del Nephandum anch’essa. Venerata da Zadok, che la chiama “oracolo” e tiene sempre in massima considerazione i suoi presagi… quando si ricorda che può averne. In grado di abbattere un drago con le sue magie, nulla ha potuto contro un paio di sicari quando il gruppo s’era scordato di proteggerla. Attualmente i suoi amici stanno cercando il modo di resuscitarla, mentre Wilhelm ne ha trasformato il cadavere in zombi. “Così non si decompone”, dice lui.
Il suo grido di battaglia: “Raggio rovente! Dardincantato! Palladifuoco! “
Elrik, paladino umano, ex guerriero che ha sentito la sacra chiamata. Nel gruppo viene spesso chiamato “paladino del pudore”, a causa di una certa rigidezza di costumi, che Noah definisce “imbranataggine con le donne” e Zadok “sono sicuro che è ancora vergine”. Entrambi scommettono che non riuscirà mai a dichiararsi a Meadow se non alla morte di uno dei due.
Il suo concetto di diffondere la fede in Heironeous consiste nel menare fendenti a destra e a manca col suo spadone, dimenticandosi di tutto il resto. A causa di una rimarchevole mancanza di istinto di autoconservazione, sopravvive a stento grazie ai suoi poteri curativi (e alla bontà d’animo del master, ma non diciamolo a voce alta).
Il suo grido di battaglia: “Lo posso caricare?“
Haakon, guerriero della stirpe degli umani del Nord. Rude vichingo di poche parole, affidabile come un’ascia temprata da mille battaglie e spina dorsale dei combattimenti. Nonostante l’elmo con le corna, è molto più intelligente di come suggerirebbe lo stereotipo. Fortissimo e abilissimo, la sua recente entrata nel gruppo ha sollevato Noah dall’onere di fare il combattente da prima linea. Tanto ci va lo stesso.
Il suo grido di battaglia è il silenzio di chi preferisce i fatti alle parole.
Meadow, umana mutata dalla magia, dotata di incredibili poteri legati al ghiaccio; era sorella di Rejàr, dotato di poteri opposti ai suoi e suo inconsapevole aguzzino per anni, ex membro del gruppo ormai morto. La sua storia di violenze e torture è talmente cruda e terribile che a raccontarla si scade nel gore.
Non sentendo il freddo, si ritrova quasi sempre più nuda che vestita, con grande piacere di quasi tutti i maschi e profonda vergogna di Elrik. Essendo una PNG, il master la usa come ultima risorsa quando le cose si mettono male. Non che sia un male…
Il suo grido di battaglia: “Toglietevi di mezzo.“
Il Drow, il solitario del gruppo. Taciturno e altero come solo un elfo oscuro sa essere, rinnegato anch’egli, è un assassino e spia di prima classe. Di solito compare solo quando è strettamente necessario, perché non ama la compagnia e passa il tempo in missioni solitarie; al gruppo non dispiace, perché sa che li tiene sempre d’occhio come un tetro angelo custode, togliendo così al master la fatica di gestire un altro PNG.
Solo da poco il gruppo ha fatto uno sforzo per ricordare il suo nome: Ath’Nal. Tanto ormai è universalmente chiamato solo “il drow”, persino dal master.
Il suo unico grido di battaglia è il sibilo delle sue lame.
Rakahéki, druida oreade. Saggia e silenziosa, poco portata a combattere e molto a riflettere. La sua forza d’animo, il suo legame con gli spiriti della natura e la sua condizione di reietta hanno colpito al cuore Zadok molto più del suo fisico da atleta… beh, anche quello. Alfine ha ricambiato la sua passione, dopo essere stata conquistata dalla toccante dichiarazione del ragazzo: “Sei più forte di qualsiasi uomo; e, se avessimo qui un cinghiale appena ucciso, ti lascerei tutte le guance“.
Ovviamente si sono dovuti separare immediatamente prima di dare sfogo alla propria passione; attualmente ha intrapreso un viaggio da sola per mobilitare tutti i circoli druidici contro la minaccia del Nephandum, mentre il suo amato si ritrova oltremare. Prima di rivederla passeranno chissà quanti livelli…
Non va mai in battaglia di sua volontà, e quando ne è costretta non lo celebra certo con un grido. Tanto è una PNG.
Wilhelm, alchimista umano, universalmente disprezzato da tutto e da tutti. Considera il mondo un tavolo da laboratorio e ogni cosa la sua cavia, oppure il bersaglio mobile della sua pistola . Arrogante al punto da cercare di rintuzzare gli dei quando se li è trovati davanti, bombarolo folle, emulo del dottor Mengele e perfetto stereotipo dello scienziato pazzo, viene tollerato solo perché crea oggetti magici a ritmo di catena di montaggio. Zadok lo odia e basta, se non altro per la sua detestabile abitudine di incensare le doti delle sue pozioni proponendole come rimedio a ogni possibile problema.
Attualmente conserva in un barile il corpo di Cassandra risorto come zombie. Sa che, se qualcuno scoprisse il suo segreto, Zadok lo gambizzerebbe… Probabilmente per questo, nel tempo libero si diletta a costruire soldati.
Il suo grido di battaglia: “Ho la pozione giusta per questo!“
La ladra senza nome, graziosa donna-gatto delle terre desertiche, durata solo un paio di sessioni perché la giocatrice non riusciva ad appassionarvisi. O forse perché tutti quanti, nel pensare a lei, riuscivano a vederla solo che giocava con un gomitolo mentre le grattavano la collottola.
Il suo grido di battaglia: “Meow!“
April/Ygritte/Gazzella/Gazzella Pallida, ranger umana, abitante di una lontana isola in mezzo all’oceano. A capo degli scout della tribù, è un’arciera impareggiabile e gira accompagnata da una giovane tigre da lei ammaestrata. È appena entrata a far parte del gruppo, con grande piacere di Zadok. La creazione del personaggio è stata assai meno travagliata della scelta del nome…
Il suo grido di battaglia: “Mi conviene usare Tiro Rapido o Tiro Multiplo?“
Zadòk, giovanissimo stregone mezzorco, che ha lasciato il barbarico continente degli orchi per crearsi un posto nel mondo: a costo di scavarselo con unghie e denti. Egocentrico, rozzo, animista, leader naturale, indipendente, chiassoso, maschilista più per cultura che per scelta, è fermamente determinato a fare grandi cose nella vita o a morire nel tentativo.
Vuole tornare dalla sua amata Rakahéki come condottiero e come eroe; nel frattempo cerca di attirare seguaci e non disdegna di valutare ogni fondoschiena femminile a tiro, specie quello di Gazzella.
Il suo grido di battaglia: “Nel nome di Zadok! Venite a me, spiriti degli elementi!“
Il grido d’aiuto del giocatore: “Perché non mi fate stare zitto, prima che scateni un incidente diplomatico?” (Risposta tipica: “Perché è quello che vogliamo!“)
Noran Elgreton, cavaliere umano deceduto della casata decaduta degli Elgreton. Non ha mai fatto mistero di essere andato all’avventura per ottenere denaro e potere, in modo che la sua casata venisse lavata dall’onta delle ignominie del fratello… ma, più concretamente, per riappropriarsi delle terre che gli spettavano di diritto.
Altezzoso e spocchioso come solo un nobile spiantato sa essere, nessuno versò una lagrima quando venne ucciso in battaglia dall’assassino di suo fratello. Al pensiero che è stato sostituito da Wilhelm, il gruppo piange tardivamente a fiumi.
Il suo grido di battaglia: “È che ora combatto a piedi e sono sottopotenziato, se fossi a cavallo invece…“
MaxiMaster: Il master del gruppo, che ha creato questa campagna scrivendola col sudore e intessendola con la materia di cui sono fatti gli incubi… specialmente i suoi. Ogni lisergica trovata di questa campagna è frutto della sua mente da sobria, e non è ben chiaro se ci sia da andarne fieri o meno (sì, NdLavos). Il suo peggiore (e unico) detrattore è se stesso, specie quando teme di aver esagerato e che qualche PG ci lasci la pelle. Il suo vero difetto è che vuole bene ai suoi giocatori: anche quando divagano al tavolo da gioco.
Il suo grido di battaglia: “Oh raga, ma davvero, mi dispiace per [inserire inezia] ! Almeno vi siete divertiti?“