Ora è personale
DM: “E quindi come previsto dal fatto che qui ci fosse un covo di seguaci del dio del chaos, confermi che le monete che ti hanno dato sono fasulle.” PG: “Ok, adesso è personale!”
DM: “E quindi come previsto dal fatto che qui ci fosse un covo di seguaci del dio del chaos, confermi che le monete che ti hanno dato sono fasulle.” PG: “Ok, adesso è personale!”
DM: “Quindi i koboldi si sono infilati nel pozzo.” PG (in coro) “Ci tuffiamo anche noi!” DM: “Tutti e 9?!” PG1: “Si, e facciamo tipo tappo perché rimaniamo incastrati!” PG2: “Con la gente che tenta di scivolare via ma non ci riesce.”
Avete presente quando i giocatori si mettono a parlare tra loro davanti ai PNG come se questi ultimi non esistessero? Dopo l’indecente proposta del demone di mettersi al suo servizio, i PG cominciano a discutere sulla proposta… discutere… discutere…discutere… DM: Son dieci minuti d’orologio che parlate: in tutto questo il demone probabilmente s’è fatto un té e s’messo a leggere… – Sta guardando le foto di Playdevil !
Dopo un duro scontro si contano le vittime tra i png amici del party. Master: purtroppo i nani non ce l’hanno fatta. I corpi giacciono ben allineati per l’estremo saluto. Kohal (monaco): mi avvicino e piango…ma in maniera virile!
Master: la strega, in volo, casta “Disintegrazione” Tutti: ODDIO! Damian Prates (cavaliere del giglio): manteniamo la calma. Sul manuale c’è scritto che è un incantesimo a Raggio…considerando che lo casta dall’alto, si divide per 2.
Gli dèi hanno abbandonato Krynn. Ora, in realtà, non è che se ne volessero realmente andare. Fatto è che un certo sacerdote di Istar aveva fatto un po’ troppo il grosso e, per punirlo, le divinità (che evidentemente difettano di mira) gli hanno scaraventato contro un’intera montagna infuocata, permettendosi, dopo, di fare anche gli offesi perché i sopravvissuti al cataclisma non avevano ripreso a venerarli, ma piuttosto ad inveire contro di loro. Misteri di un popolo ingrato. Comunque sia gli dèi se c’erano non si vedevano e i pochi sacerdoti rimasti lo erano molto più di nome che di fatto. Insomma di miracoli non se ne vedevano più e gli avventurieri che morivano in terre lontane, rischiavano di rimanere morti… Leggi tutto »Capitolo I
Ragionando delle fondamentali differenze tra prosciutto e bresaola, il gruppo di eroi, arricchitosi adesso della presenza di Goldmoon e Riverwind, decide finalmente di raggiungere l’ambita meta: Solace. Solace, la città famosa per i suoi vallenwood (sorta di alberi bonsai, larghissimi ed estremamente bassi) tra i cui rami la popolazione ha costruito le proprie abitazioni. Una caratteristica questa, che l’ha rapidamente resa meta di grandi flussi turistici. Numerosi i tour organizzati che, prima di mirare i vallenwood, non esitano a fare sosta nelle altre attrattive della città: la bottega del fabbro e la locanda dell’Ultima Casa. A pensarci bene non è che poi ci sia tutto quel gran vedere a Solace. Il che dimostra quanto può fare una campagna pubblicitaria ben… Leggi tutto »Capitolo II
Sommersi dalla polvere accumulatasi durante i cinque anni di completo abbandono, i nostri eroi si predispongono a passare la notte nelle rispettive abitazioni. Unico disturbo del riposo, l’insistente litania di Caramon che cerca di convincere Tika a passare la notte con lui. Tentativo che non avrà successo causa: a) il fratello Raistlin che non vuole b) Tika che, in barba a tanga e moine, sostiene di non essere pronta o, in alternativa, di essere troppo giovane. Il risveglio è però funestato da un pressante quesito che sconvolge il gruppo: “Qual’è la differenza tra asino, somaro e ciuco? E soprattutto, che ruolo ha il cavallo in tutto questo?” La discussione, che coinvolge tutti durante la colazione, si fa particolarmente accesa e… Leggi tutto »Capitolo III
Dopo un po’ di tempo e non senza qualche difficoltà, il portentoso unicorno riesce a far capire alla compagnia che l’Essere Supremo (chiunque sia) desiderava che essi varcassero le montagne Eastwall, attraversando le pianure della Polvere fino alla lontana città di Xak Tasaroth, situata in mezzo alle Terre Maledette. “Là troverete il più grande di tutti i tesori” pone l’animale a ciliegina sulla torta. Tale viaggio avrebbe anche dovuto compiersi, per misteriosi motivi, entro due giorni. Frastornati e sempre più in balia degli eventi, i nostri eroi si accingono a partire in groppa ad uno stormo di Pegasi. Ma poco potranno raccontare del meraviglioso volo, poiché tutti, stranamente, cadono in un sonno profondo… Svegliati di soprassalto, si trovano ai piedi… Leggi tutto »Capitolo IV