Terminano qui, nell’isola degli yuan-ti, le battaglie di Saevel Dreadstorm, mezzelfo guerriero, subito prima di conseguire l’agognato dodicesimo livello, piegato non dalla potenza del nemico, ma dal veleno che gli bruciava nelle vene.
La sua Costituzione di 10 non lo fermò dall’intraprendere la perigliosa via dell’avventuriero: anzi, essa fu per lui necessità di affinare la sua inarrivabile abilità con l’arco, sprone a ideare strategie e tattiche per non affrontare un letale corpo a corpo, simbolo d’onore nel non fuggire davanti al pericolo, nonostante una media sul Dado Vita ben inferiore alle statistiche.
Il suo periodo di prigionia come cavia da laboratorio degli zern non lo spezzò, trovando anzi in esso una nuova ragione per combattere. Le sue frecce letali abbatterono non morti, demoni, automi colossali e i più orribili mostri generati del genio folle degli zern, poiché egli sapeva che le sue uniche armi erano l’arco e l’astuzia e s’ingegnava quindi a renderle le più versatili possibile, nonostante una media sui tiri di dado che sfidava ogni calcolo delle probabilità.
E così fu, fino a poter vantare di essere sopravvissuto con due soli compagni all’assalto di un esercito di cento e più uomini.
Così morì Saevel Dreadstorm, colui che abbatté una nave da guerra volante da duecento metri di distanza, spezzato dalle frecce avvelenate di subdoli coboldi e da risultati sui tiri salvezza veleno non superiori all’8. Conscio di non avere scampo, dedicò i suoi ultimi istanti alla salvezza dei suoi compagni, dispensando una pioggia di morte sugli yuan-ti, prima che l’ultimo orribile scherzo del destino (e del master) facrsse nascere un mostro zern dalle sue spoglie.
Morì Saevel Dreadstorm, così come ebbe vissuto. Con un ultimo 1 sul dado.