Premessa: l’ambientazione in cui giochiamo (con FATE) è leggermente… particolare.
Scenario post-apocalittico ai tempi di un ucronico impero romano, dopo che un cataclisma ha causato un periodo di disordini e in cui, in barba all’accuratezza storica, compaiono Seneca, Spartaco coi suoi gladiatori, Messalina, il divino imperatore Marco Aurelio più stoico&cornuto che mai, un’epidemia di licantropia nelle catacombe e misteriosi artefatti che piovono dal cielo. Ah, e i robottoni giganti. Li volevamo.
Il gruppo, che comprende l’ufficiale Gaio Lario, il trafficone Lucio Milone e il mercante norreno Caraf Grandibaf, attualmente si trova nelle rovine di Ercolano, in mezzo a gas vulcanici, cumuli di ceneri e caverne in cui risuona un regolare clangore metallico…
Caraf: Ho capito! Queste sono certamente le fucine dei nani!
Gaio: Nani nel senso di quelli che vendono come schiavi al mercato?
Caraf: Ma no! i Nani che nacquero come vermi dal corpo di terra del gigante Ymir e… oh, lasciamo perdere, se continuo pensate che sia ubriaco o un giocatore di D&D…