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Prove di Divinità

Discesi nel 666° Strato dell’Abisso, i mostruosi avventori del gruppo si trovano ad affrontare le insidie di un semipiano nascosto che cela il reame di Pallida Notte, la leggendaria madre di ogni demonio. Dopo infinite peripezie e tranelli mortali, il gruppo riesce ad arrivare al cospetto dell’antica divinità.

“Fuggite, o patetiche creature mortali.. non mi riconoscete?” proferisce la figura ammantata di veli color sabbia.

Aishapra la ladra succube, tenta quindi di conferire con “mammà”, ma un dubbio assale il gruppo. Shuluth, il lucertoloide druido, esclama “Ferma! Potrebbe essere un tranello di Shalannoth (il demone che osteggia il gruppo, ndr) per farci muovere secondo i suoi piani!” Aishapra, nonostante sia consapevole della potenziale veridicità della cosa, non accetta che lo status di “mammà” venga denigrato in questo modo.

La ladra, quindi, stizzosa, dice “Madre, dimostra a questi inetti la tua Divina e Millenaria Onniscienza, simbolo chiaro e inconfutabile del tuo status divino! Scava nei secoli e sconvolgili con i segreti di orrore e pazzia che conservi nella tua ancestrale Memoria! Annichiliscili con la tua eterna Sapienza!”

E Shalka, imitando la voce di Pallida Notte: “…è nata prima la gallina…”

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