Vogliamo ricordare la sua voglia di nuove avventure, che lo portò a veleggiare nei territori dell’ ovest, alla ricerca di potenti artefatti e immensi tesori, tra cui la leggendaria Perla Nera (sì, avevamo visto di recente pirati dei caraibi!).
Vogliamo ricordare come studiava il libretto donato l’estate precedente dalla guardia costiera della marina italiana, per poter giocare meglio e con più realisticità il tragitto che lo avrebbe portato al nuovo continente.
Vogliamo ricordare come, dopo essersi munito di pappagallo in pieno stile pirata e averlo soprannominato ‘Barba [nera] Gianni’, si era munito di tricorno da pirata e si era nominato capitano con il nome di "Capitan Jack Sparrow" (tengo a precisare che capitano era il nome, Jack il soprannome e Sparrow il nome di battesimo).
Vogliamo ricordare gli occhi lucenti che aveva quando varò la nuova imbarcazione ‘la corazzata Willendorfen’, così la voleva chiamare, munita di cannoni, concessi per l’occasione dal master per premiare la buona volontà e l’impegno profuso.
Vogliamo ricordare come impartiva ordini marinareschi, che solo lui capiva, tipo "molla la scotta che se no ti scotta" o "AHHH!!!!! vento in poppa ragazzi che arriva il kraken!!ah,ah!stavo scherzando ragazzi, non c’è nessun kraken!ahah!!creduloni!" e di come solo lui rideva.
Vogliamo ricordare quando il gruppo, a cui lui si riferiva come "escremento di kuo-toa mal riuscito, io sono il capitano, comando io!Capito?Volete forse ammutinarvi eh?dai fatelo se ne avete il coraggio!ah!siete troppo molluschi d’acqua dolce per farlo", raccolse il suo invito.