Nella fortezza di Tortia gli avventurieri scoprirono un pertugio segreto dietro la stanza reale, putroppo però lo svavillante tesoro (Frengo il nano stava già calcolando quante birre si sarebbe comprato con la sua parte) era custodito da un colossale Golem di ferro. Il combattimento che ne segì si protese senza esclusione di colpi, ma Barabba, il mago del gruppo, non potendo avvalersi della sua magia contro il costrutto si sentiva inutile (non che normalmente non lo fosse), quasi come quella volta che aveva lanciato cecità su talpa crudele. Ad un certo punto ebbe un’idea di quelle che fanno gli Cric-Croc in testa. “Master evoco un rugginofago, e gli ordino di corrodere e polverizzare con il tocco una delle gambe del golem così non potrà più muoversi e poi lo smonto come una Simmental. AH AH come sono figo altro che voi guerrieri che avreste dovuto tirarlo giù a mazzate!” Non aveva considerato che lui e rugginofago si trovano esattamente di fronte al Golem.
I compagni arrotolarono la salma di Barabba in attesa dell’ennesima costosa resurrezione.