Esiste qualcosa di più bello per un master che vedere la trama filare liscio, vedere le proprie epiche narrazioni concludersi senza stupide interruzioni da parte dei giocatori e riuscire a dare sfogo in pieno al tutto il proprio estro creativo? Forse, ma fatto sta che quanto detto sopra è uno dei più grandi piaceri che si possano avere e che, quando meno te lo aspetti, possono essere frantumati da un insidioso giocatore dedito all’arte oscura della PERNACCHIA!
Situazione 1
Masterizza il sottoscritto: il gruppo dopo incredibili vicissitudini è finito in una trasposizione fantasy dell’età contemporanea, con un’unica chiesa al servizio di Taiaa che governa con giustizia su tutto il mondo conosciuto, enormi centri commerciali, una valuta unica e tante, tante, tante automobili.
Riusciti in qualche modo a raccapezzarsi di quanto sta avvenendo e a raggiungere in Grande santuario di Taiia, grazie all’aiuto di un archeologo e di un alto prelato, i pg si apprestano al ritorno nel passato tramite un rito tenuto dal gran sacerdote di Taiaa in persona.
E qui le doti narrative del master cominciano a sprigionarsi, intrattenendo per parecchi minuti i giocatori con minuziose descrizioni dell’enorme spazio in cui si svolge il rito, di come esso si svolge e del modo in cui i pg cominciano lentamente a sparire.
Spossato da questa descrizione do la parola ai giocatori:
Giocatore in questione: Master ma stiamo svanendo lentamente o di botto con la classica nuvoletta di fumo?
DM: state sparendo lentamente nel pavimento che sembra fatto di vetro incandescente.
Giocatore: Allora quando rimane fuori solo la testa grido al sacerdote: “Monsignore, si ricordi di prententz!”
DM(stupefatto): eeeeeeeeeh?
Giocatore: PRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR!!!
Seguono venti minuti di pianto del master circondato dall’ilarità degli altri presenti.
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Situazione 2
Stavolta io sono nei panni di un giocatore, interpretando un halfing ladro/mago piuttosto vivace nella città planare di Union.
Dopo parecchi disastri combinati in città, tra cui numerosi nuclei familiari massacrati dal guerriero del gruppo con manie omicide, numerosissime case svaligiate (con esplosione dell’ultima nel tentativo di creare un diversivo) ad opera mia, atti osceni in luogo pubblico perpetrati dall’eccentrico assassino e patti con le potenze oscuri stipulati dal chierico, il gruppo viene arrestato e portato al cospetto dell’onnipotente sindaco/sovrano di Union che, con voce altisonante e dovizia di particolari, dopo un arringa che avrebbe lasciato di stucco il giudice Santi Licheri, annuncia ai personaggi la loro condanna all’esilio dalla città con esecuzione immediata.
Cominciano discussioni accese discussione per cercare di convincere il sindaco a ritirare la condanna, in particolare da parte del guerriero del gruppo che, essendo residente in città, perderebbe tutto.
Approfittando di questa discussione, arrivata ormai ai 10 minuti di durata, l’assassino (il giocatore è sempre quello di prima) coglie di sorpesa il DM dicendo: Ma signor sindaco! con tutto quello che abbiamo fatto per questa città adesso lei non potrebbe lastrzonare?
DM (evidentemente colto alla sprovvista): eeeeeeeeeeh?
Giocatore (infamissimo!): PRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR!!!!!!!!!!!!!
Fu così che l’esilio planare colse i personaggi senza possibilità di appello, tra le lacrime disperate del master e le risate di tutti noi giocatori (si, questa volta ridevo anch’io!).