Per una strana alchimia, i dadi del DM fanno sempre il massimo risultato possibile ai danni dei PG e questo accade da anni, sotto gli occhi sgomenti di tutti.
Nel tempo, il gruppo accoglie una nuova giocatrice laureanda in economia che, dopo aver assistito con pazienza a tutti i riti scaramantici dei giocatori, commenta candidamente: “I dadi sono equiprobabili, la fortuna non c’entra nulla!”.
Terminati i convenevoli, la sua barda Lilandra entra nel gruppo e tocca con mano la cruda realtà: critici a go-go, attacchi sempre a segno, tiri salvezza apocalittici e chi più ne ha più ne metta.
Ormai in fin di vita, di fronte ad un ogre quasi intonso, la giocatrice allunga le mani verso l’astuccio del master e si accaparra con destrezza il tristemente noto d20 giallo (chiamato da tutti il “dado elfico”).
DM: Cosa stai facendo?
Giocatrice (mostrando il primo 19 della serata): Adesso sopravvivo, ma domani lo porto dal mio professore di statistica e mi faccio cambiare il voto dell’esame, quanto è vero Dio!