Dopo quasi tre anni di sessioni, la “Saga di Selgaunt”, che vide un gruppo di giovani sopravvivere a un’orda di zombi fino a ergersi a difensori delle terre civilizzate contro l’avanzata degli orchi delle profondità di Rocciafiamma, si è alfine conclusa. Ma, dopo aver fatto più volte capolino su queste pagine, potevano i nostri eroi congedarsi definitivamente da Elfoladro senza una doverosa presentazione?
Garret, rude umano ranger, in cerca di rivalsa dopo che il suo villaggio era stato distrutto dai non morti. Se il background vi sembra stereotipato pensate che è stato il via da cui si è articolata l’intera campagna, per cui tanto di cappello. L’inventiva del giocatore nel creare dardi sempre più letali per le sue balestre è stata sprone per il master per stargli dietro. Ha avuto l’onore e l’onere della morte più gloriosa possibile, cadendo proprio nella battaglia finale e salvando come corollario la pelle di tutti i suoi compagni.
I suoi “dardi Garret” saranno venduti in ogni prossima campagna.
Il suo grido di battaglia: “Eccheccacchio, un altro sei col d20 no!”
Roy, bardo umano con più gusto per le gesta amorose che per le gesta epiche, nonostante collezionasse una certa quantità di “due di picche”. Fu insostituibile traino per la compagnia, fabbrica di idee e involontaria spalla comica, benché all’occorrenza sapesse essere assai meno frivolo di quanto volesse far credere. “Roy” era il suo nome d’arte (tanto ormai quello vero non lo ricorda manco lui). Dati gli strenui tentativi del giocatore di avere sempre un piano pronto per ogni evenienza sarebbe andato bene anche “Batman”.
Il suo grido di battaglia: “Con 23 di Conoscenze che cosa so?”
Ielenia, mezzelfa stregona, che passò da essere considerata la svanita del proprio villaggio a diventare eroina acclamata (e ottima cuoca). La tensione sessuale tra lei e certi membri maschili della compagnia portò a scene di una vitalità rara in un GdR, così come anche il suo famiglio coniglietto e le sue doti da spia…riluttante. Il suo talento per le evocazioni era ampiamente sottovalutato da lei sola, visto quanto le sue bestie celestiali potevano scombussolare i suoi avversari. Mai quanto la sua lingua mordace, comunque.
Il suo grido di battaglia: “Inizio a evocare!”
Eberk, nano guerriero Caotico Buono, primo a caricare e primo a cadere. Il suo coraggio, la sua resistenza e la sua affidabilità furono pari solo all’incredibile fortuna coi dadi di tutti i suoi avversari, al punto che il momento in cui se la passò meglio fu quando finì in galera con l’accusa di omicidio. Almeno lì volevano solo picchiarlo.
La sua orribile morte sbranato dai lucertoloidi fu causa di profondo lutto per il gruppo, tanto da essere l’unico PG deceduto il cui ricordo sia rimasto vivo fino alla fine dell’intera campagna. Lui… e il suo tuffo con tutta l’armatura gridando “Ci ho piussèi a nuotareeee!”
Il suo grido di battaglia: “Master, se uso Attacco Poderoso che devo sommare?”
Selmina, ladra mezzelfa e bellezza esotica del gruppo, proveniente dall’assediato impero dell’Unther, con un certo gusto per i colpi a tradimento. Nonostante rimanesse poco sotto i riflettori, dato che la giocatrice arrivava finito di lavorare e spesso finiva mezza addormentata, si fece ricordare per imprese di grande valore, quali sopravvivere a un assedio di ghoul insieme a Ielenia e tentare di imbrogliare la Signora del Mare, governatrice di Saerloon, col solo ausilio di un po’ di faccia tosta. E ci era quasi riuscita!
Il suo grido di battaglia: “Mi avvicino non vista e lo pugnalo alle reni! Tié“
Aramil, mezzelfo ladro/guerriero, buon conoscente del defunto Eberk (che bello quando i giocatori inventano questi collegamenti) e in buoni rapporti coi nani del suo clan. Un agile combattente che sfortunatamente pensava che la scritta “ladro” sulla sua scheda implicasse rubare per statuto, compresi cavalli in pieno giorno. Piccolo criminale a Saerloon, eroe a Selgaunt per ironia della sorte, di lui si ricordano un coraggio che sfiora l’incoscienza, un continuo oscillare tra salvare vite innocenti e torturare i prigionieri e una parte della jella del suo precedente PG…tutte a lui capitavano.
Il suo grido di battaglia: “Master, gli posso fare attacco furtivo?”
Gillian, elfo dei boschi ranger/chierico di Obad-Hai, in cerca dell’umano che aveva fatto torto alla sua famiglia, ovvero colui che aveva accidentalmente liberato gli zombi (ho già detto quanto mi piace che i PG si aggancino da soli alla trama?). Il suo struggimento per la vendetta era nulla paragonato a quello per decidere se salire di livello da ranger o da chierico. L’odio degli orchi per la sua razza lo rese più volte bersaglio prescelto degli sgherri di Re Krorn, ma è da rimarcare che riuscì a venirne fuori quasi sempre illeso. Merito del suo valore o della sua abilità con l’arco?
Il suo grido di battaglia: “Aspetta, non posso lanciare un incantesimo e tirare una freccia nello stesso round… vabbe’, lancio foschia occultante, anzi no, comando!”
Zoltan, mezzorco bardo/barbaro sanguinario che a un certo punto si scordò di usare le sue capacità di bardo. La scritta CN sulla sua scheda non gli impedì d’indulgere in distruzioni ingiustificate e assassinii insensati, al punto che Ielenia si chiedeva spesso perché girassero ancora con lui (suggerimento: un bersaglio da frecce in più). Caotico fino al midollo, tanto che ben poche delle sue azioni avevano un qualsivoglia senso, anche per il giocatore. A un certo punto decise che re Krorn di Rocciafiamma era il suo padre perduto e si produsse in uno spettacolare voltafaccia, rivoltandosi contro i suoi compagni proprio nella battaglia finale e ferendo Garret alla schiena. Finì ignominiosamente sbranato dalle bestie celestiali di Ielenia.
Il suo grido di battaglia: “Mi andava.” (in risposta alla domanda: “ma che ti è saltato in mente di comportarti da pazzo furioso?”)
Lavos-DM, mind flayer Dungeon Master, che da questa campagna ha appreso una lezione da incidere sulla pietra:
Quando, per qualche astrusa ragione, il gruppo si convince che un insignificante imbroglione è il supercattivo della campagna è meglio modificare un po’ la trama per non deluderlo. Così sia.