Non proseguendo necessariamente in ordine cronologico rispetto alla precedente tales, la compagnia si trova in una stanza contenente un misterioso sarcofago.
Di fronte al sarcofago, un’urna che emana uno strano filo di fumo.
“Chiudo l’urna! Cosa succede?”, fa Raba il Barbaro
“Non succede niente”, risponde il Diemme
“Allora la riapro!”
“Un grande Efreeti appare e grida ‘Chi è che mi ha disturbato?'”, evidentemente questo apri e chiudi gli ha fatto entrare un po’ di spifferi. Raba decide di conversare con la creatura mentre Pfoffo, in un impeto di coordinamento dettato da anni di avventure assieme, decide invece di attaccarla con la propria fionda.
La cosa sembra stordire pesantemente l’Efreeti che, massaggiandosi la nuca, dice al barbaro: “Se mi liberi dalla mia prigione io esaudirò un tuo desiderio.”
“E come faccio a liberarti?”
“Lo devi desiderare”
I due rimangono un po’ così in loop per qualche tempo, finché l’Efreeti non spiega meglio, “Se tu desideri che io sia libero, allora io ti garantirò un nuovo desiderio.”
“Ah!”, fa il barbaro fingendo di aver capito la logica dietro tutto ciò e procede a liberare l’essere.
“Finalmente! Ero prigioniero qui dentro da 57.000 anni! Qual’è il tuo desiderio?”
“Desidero che tu ci aiuti ad uccidere Acererak” (alias il nemico che per qualche motivo ormai dimenticato vogliamo eliminare nell’avventura attuale)
“OK”, risponde l’ingenuo efreeti.
“Senti, ma dietro a queste mura ci sono delle porte segrete o trappole?”
“Non lo so”, fa l’Efreeti
“Scusa, ma sei qui dentro da 57.000 anni e non hai mai dato un’occhiata in giro?”, borbotta Pfoffo
“Vabbé, allora apri quel sarcofago!” gli dice Raba
“Ma lo stai desiderando o cosa?”, chiede con fare enigmatico l’Efreeti
“Te lo sto chiedendo amichevolmente”, risponde il barbaro furbo
“Ah, allora va bene”, e apre il sarcofago.
Dentro i resti di qualche individuo e un bastone magico che, ad una rapida esplorazione, sembra essere di immane potenza. “Lo prendo!”, fa subito Tibidì tutto contento.
In linea con la mortalità media D&D 2015, non appena lo afferra, il bastone esplode in un enorme palla di energia magica, riducendo a carbonella fumante metà della compagnia e investendo completamente l’Efreeti.
Le sue ultime parole mentre si dissolveva in un mucchio di cenere furono, “E meno male che mi avete liberato!”