Parve loro di aver fatto solo pochi passi, quando da dei cespugli che nessuno aveva notato, in quanto altamente improbabili in una palude, spuntarono fuori altri draconici! Ma questi
erano decisamente più furbi degli altri…
Addormentato infatti con un incantesimo sia Raistlin che Tasslehoff, procedevano a immobilizzare anche Caramon grazie alla consueta “Ragnatela”, stavolta lanciata ad oc.
Sturm, chiamati a se gli spiriti dei padri, dei nonni e anche di qualcun altro che non c’entrava niente, ma passava di lì in quel momento, lanciò il suo possente urlo di battaglia “Ost Minerus…ehm… Mas… uhm no… ok… L’Onore è La Mia Vita!” e caricò a testa bassa le turpi creature.
Peccato che tale sfoggio di indubbia virilità fosse costretto ad infrangersi contro la tempesta di incantesimi che gli fu lanciata contro. Egli seppe resistere in qualche modo, ma quando arrivò a menare il primo fendente, gli eroici baffi erano caduti, completamente carbonizzati.
Un lungo, lunghissimo combattimento attendeva la nostra compagnia, talmente lungo che Caramon, alla fine, riuscì pure a liberarsi, in tempo per massacrare di botte l’ultimo draconico che ancora tenace si opponeva, e a beccarsi la sua dose di ferite. Tutti erano mal ridotti, anche perché questi draconici, anziché pietrificarsi come gli altri, tendevano ad esplodere, causando danno anche con la loro pur meritata dipartita.
Poiché il tempo stringeva sempre più, fu deciso un lungo periodo di riposo per curare le ferite.
Goldmoon, galvanizzata, cominciò ad imporre il proprio bastone curativo a destra e a manca quando, disgrazia, esso cessò improvvisamente di funzionare.
Grande fu l’imbarazzo del momento, ma non così grande come l’incavolatura di coloro che non poterono essere guariti.
Un altro tempo, un altro mondo. Un altro gruppo di avventurieri. Ognuno nella propria dimora, si sta gustando il meritato riposo dopo anni di avventure più o meno concluse.
Ma nel sonno, ecco apparire un grande guerriero circondato di bianca luce…
“Ho bisogno di voi!” sbotta improvviso
“E questo chi è?” borbotta nel sonno uno
“Paladine ad occhio” sbadiglia un’altro
“Ma com’è che siamo tutti nello stesso sogno?”
“No, in realtà sto parlando singolarmente ad ognuno di voi… voi siete soli nel vostro sogno” spiega paziente Paladine
“Allora devi essere proprio un dio… vero ragazzi?”
“Già”
“Eh no! Io con Paladine non ci vo!” si infervora un chierico ingrugnito
Nel mentre il gruppo così parlava nel sonno, Paladine improvvisamente sparì, e al suo posto apparve una bellissima donna, vestita di nero!
“Ah, conosco anche questa… lei è Takhisis!”
“Già mi sta più simpatica” commenta il chierico
“Ehm, ho bisogno di voi!” ripete la dea
“Ok, quanto ci paghi?”
La domanda rimase in sospeso perché a quel punto riapparve anche Paladine che cominciò finalmente a spiegare cosa volesse tutta quella gente a quell’ora di notte: un gruppo di
avventurieri aveva tradito le aspettative del dio del Bene, accumulando ritardo su ritardo. Egli voleva quindi che il gruppo attuale si recasse a recuperare certi Dischi di Platino e li consegnasse all’altro gruppo che nel frattempo si sarebbe dedicato ad altro. Takhisis più o meno voleva la stessa cosa, solo che contemplava anche l’eliminazione degli altri avventurieri e i Dischi
li voleva per se. Un tizio vestito di rosso che nessuno aveva notato finora intervenne in maniera fondamentale, dichiarando “Per me potete fare quello che volete”.
Ascoltato quindi Gilean, il dio della Neutralità, che evidentemente era passato di lì solo per fare, si fecero avanti due divinità minori, il dio della Guerra ed il dio del Tempo Atmosferico. Entrambi desideravano che i loro chierici si recassero in quest’altro mondo per ampliare il loro dominio, l’uno promettendo morte e distruzione, l’altro fitti temporali e anticicloni.
Convinti alfine da una lunga trattativa con gli déi che gli concederanno (al felice compimento della missione) 1 milione di monete d’oro, un drago cromato a testa dotato di cerchi in lega, vari favori sessuali dell’avvenente Takhisis nonché qualche oggetto magico che gli avanzava in soffitta, il gruppo si apprestò quindi a varcare il magico portale che era comparso, onde giungere quindi, completamente in mutande, nel favoloso mondo di Krynn. Nessuno aveva dato troppo peso al fatto che i suddetti Dischi di Platino erano custoditi da un enorme Drago Nero di indubbio potere e soprattutto dal nome impronunciabile. E fu così che gli déi incaricarono Duncan, Legolas, Valtor, Behrn Hack, Ishan e Bagamar, di riuscire là altri avevano miseramente fallito… al contempo decretando il fato del mondo di Krynn.
Nello stesso momento, su un altro mondo. Sturm ebbe l’ennesima visione di un cervo bianco che, imbarazzato, si scusava di aver guidato il gruppo dalla parte sbagliata. Altre avventure
attendevano quella compagnia, ma sicuramente non si trovavano in quella palude.
Tutti i pezzi finalmente parevano al loro posto, ma come al solito ci mise lo zampino il Caos. Mentre i nostri eroi si apprestavano ad attraversare il portale magico e si godevano gli effetti speciali del tunnel, guarda caso, si giunse al Decimillesimo della Congiunzione (di cosa non è dato sapere). Tale portentoso evento che si verifica ogni diecimila unità di tempo da definire, deragliò
il magico cunicolo, scaraventando il gruppo non su Krynn, ma sull’altro emisfero del loro devastato universo. Dopo il tempo necessario per riprendersi, si guardarono intorno spaesati. Alcuni erano un po’ cambiati, Bagamar non si trovava, come anche Ishan e Behrn Hack. In compenso, tra loro, erano comparsi il chierico Julius, un mistico e un nano urlante di nome Pzar. Frastornati, ma sostanzialmente abituati ai poderosi aggiustamenti che la Storia gli imponeva, giunsero alla conclusione che, comunque, nuove ed emozionanti avventure si trovavano di fronte
a loro. Come anche nuovi e potenzialmente più ricchi tesori.
Su Krynn qualcuno tirò un sospiro di sollievo, mentre un cervo bianco, ma tendente al rosso per la vergogna, conduceva un perplesso Sturm e compagnia di nuovo al punto di partenza.
Quella storia poteva riprendere il suo corso prestabilito.