Vai al contenuto

Ai confini della fantacomicità 2

Capitolo 2

Lo scontro era finito.
L’illithid giaceva riverso al suolo sfregiato da capo a piedi.
La cosa peggiore tuttavia restava Gennaro.
Lo psicocristallo infatti sembrava aver trovato una nuova abitazione comoda e confortevole nelle viscere dell’essere; ci vollero trenta minuti ad Adam per estrarre la pietruzza dalle oscure vie del Mind Flayer.
La piccola abitazione dell’aberrazione sembrava oltremodo comoda e spaziosa ma soprattutto di buon gusto: Niente arazzi con immagini di umani squartati e ridotti a brandelli e niente facce di demoni incombenti sopra le loro teste.
L’unico elemento che catturò la loro attenzione fu un tavolino con una serie disparata di oggetti: dalle cuffie di topolino al teschio umano. Gli avventurieri però non ci fecero molto caso: infatti l’orrido teschio umano è un classico fantasy dei malvagi( si dice che ogni buon cattivo dorma con uno di questi sul comò) mentre topolino è sempre stato un prode eroe nazionale.
Ciò che risultò davvero inspiegabile fu la porta segreta trovata da Alun.
Gli elfi infatti sono noti per le loro capacità di individuare i passaggi nascosti grazie ad una tremenda emicrania naturale; il monaco Alun però aveva un suo metodo: Dopo aver utilizzato la sua capacità di cercare sulle pareti sfruttando il cranio (nota componente per l’incantesimo di individuare porte segrete) il monaco individuò la porta.
Poi svenne per dissanguamento.
Quando si aprì la porta con uno scatto, i suoi compagni fecero lo stesso per lo stupore.
Mentre varcavano la soglia i nostri eroi affrontarono un viaggio mentale nella società dei purp….iliithid; stranamente Loki non vide nulla:” Che strano…perchè si saranno tutti immobilizzati?” pensò il paladino.
Le acque continuavano ad avanzare imperterrite.
Nel loro viaggio mentale Adam e compagni videro immense società malvagie costituite interamente di aberrazioni simili al loro ultimo nemico:” Il paradiso dei pescatori” riflettè Dago.
Le loro città erano colme di manifesti molti dei quali illustravano mind flayer intenti nella campagna elettorale:” Nella politica bisogna usare il cervello: è essenziale sfamare il popolo” o ” Più sinapsi per tutti” erano gli slogan preferiti.
Su un altro cartellone si faceva spazio una pubblicità di prodotti alimentari:” Assaggia Kinder Delice” recitava il jingle.
Il mago Kinder non sembrava particolarmente felice nell’immagine.

Dopo essere tornati dal trip i nostri eroi piombarono immediatamente nella trance mistica quando Adam fece ritorno dalla stanza segreta con della polverina.
Superato il coma, i nostri si resero conto improvvisamente dell’orario e decisero di andare a dormire; in realtà era primo pomeriggio ma Arkain DOVEVA pregare PER BENE il suo Dio.
Il giorno seguente il mezzorco era sparito dal suo giaciglio.
Allarmati i compagni lo cercarono nella stanza: e lo trovarono.
Rendar era intento a leggere “Les Meditationes de prima philosophia” commentando ogni tanto il suo disappunto circa:”Lanoninterezzadellalogicadelpensiero – cartesianosembraespandersiallinterno – diunadimesionemetafisicalasuarazionalitàsembra – dunqueprescinderedallaoriginalesaggezza – delfilosofo…..”
Loki ebbe un collasso cardiaco.
Aveva perso il filo del discorso a “interezza”.
Il paladino fu rianimato ed il viaggio proseguì; sul cadavere dell’illithid Adam (ma soprattutto Gennaro) avevano trovato alcuni oggetti particolari.
Ora anche se un mind flayer possiede probabilmente centinaia di oggetti insoliti indosso, gli avventurieri andarono a colpo sicuro trovando chissà come proprio quelli più interessanti.
Uno in particolare colpì l’attenzione dello psion:” Ecco compagni, codesta è la pietra della distorsione, ammiratene la somma bellezza!”.
Una pietra.
Non troppo grande.
Sbrilluccicosa.
Fu troppo per Luthien.
La ladra si lanciò per afferrarla, ma, a causa del gesto improvviso, quando l’ebbe afferrata scivolò al suolo infortunandosi la caviglia:” Uhm, proprio utile ‘sta pietra…più che distorsione direi della slogatura…” commentò Alun.
Gennaro sbuffò preoccupato:” We mast’ ma ciò facimm pavà l’affitto a chist’?” (Mio signore suddetta pietra per ritagliarsi uno spazio degno dovrà guadagnarselo nevvero?)
Gli eroi oltrepassarono una misteriosa sfera rotante, giungendo così in una stanza con i soliti arazzi pre-stampati; distruzione del mondo, sottomissione dei deboli, demoni fuoriusciti dagli abissi sembravano essere gli unici elementi nella testa dell’artista; stinchi, polpacci e braccia sembravano invece essere la fantasia costante di Rendar…
il barbaro non dovette aspettare molto per soddisfare il suo desiderio.
Da alcune feritoie larghe…no aspetta alte….no, no credo distanti…
vabbè da alcune feritoie partirono delle frecce cogliendo i malcapitati alla sprovvista.
Rendar intuì il pericolo in avvicinamento, Dago fu rapido ed Adam ancora di più, Alun era sempre in attesa di un agguato anche durante il sonno(infatti non dormiva bensì per 4 ore non faceva altro che travestirsi da donna).
Arkain e Loki restarono immobili.
Una freccia colpì l’armatura del paladino:” Si?” Loki si voltò verso la persona che l’aveva così dolcemente chiamato.
Un’altra cozzò lo scudo:” Ti ascolto, dimmi!” Loki continuò a voltarsi per lungo, lungo tempo.
Gli astanti si tesero una mano al volto.
La battaglia cominciò senza pietà: frecce di qua frecce di là; finalmente, pensò Dago, era arrivato il suo momento.
Impugnò la sua arma segreta, l’unica vera arma definitiva dopo il pugnale secondo lui, ed incoccò le sue frecce con determinazione.
Non altrettanto determinata era invece la freccia.
Questa rimbalzò una prima volta sulla corda, una seconda volta per terra e si rimise DA SOLA nella faretra.
Dago valutò l’opzione di andare in Furia, poi si ricordò d’essere un guerriero.
Inveì contro il Fato (il quale gli suggerì di moderare le bestemmie) che l’aveva ingiustamente tradito ed incoccò un’altra delle sue banana arrow.
Mentre Dago si dilettava con l’arco difettoso, Arkain si avvicinò a Loki:” Siamo colti alla sprovvista!” “Non posso essere colto alla sprovvista! Sono immobile!” gli gridò Loki in risposta mentre le restanti 50 frecce rimbalzavano violentemente su una parete inamovibile(la schiena corazzata di Loki).
Alun trovò la soluzione più indicata: all’urlo di “Brazil!!”(antica formula magica capace di evocare luoghi mitici) aprì una porta dimensionale nella stanza degli arcieri, iniziando il rituale del TRENINO assieme a Loki e Rendar.
Giunti dall’altro lato i combattenti dovettero affrontare una tremenda realtà.
Vuole la leggenda che una volta esistevano dei mostri forti, indomiti e combattivi; questi esseri colmi di onore e riverenza da parte di tutti i loro nemici possedevano un nome terrificante: Bugbear.
Quando si pronunciava il loro nome tutti restavono colpiti, i bugbear avevano un nome MOLTO convincente per un mostro.
Poi un giorno si consumò la tragedia.
Un uomo malvagio (ma soprattutto completamente privo di abilità cognitive) decise che era giunto il momento di trasformare sudetti esseri in terribili abomini linguistici:
Nacquero così i pulciorsi !!!!!!
Nonostante fossero mostri con nomi assurdi gli eroi aggredirono i pulciorsi senza pietà, anzi addirittura ancora più invogliati a sbrandellare codeste nefandezze obrobriose.
Le signore delle pulizie fecero una doppia fatica nel lavare via il sangue dal soffitto.
Nel mentre il trio del trenino si occupava di spiegare con delicatezza i motivi del loro risentimento, Dago ed Adam si diedero da fare. Il guerriero scoccò un’altra freccia, la osservò volare, quindi capì che non era giornata e posò l’arco.
La freccia, nel volo verso la feritoia, aveva troncato inesorabilmente la vita di un povero piccione di passaggio.
Adam invece si ricordò di aver comperato il prodotto adatto contro i pulciorsi: in pochi secondi frugò la borsa alla ricerca del nuovo Front-Line ultimo modello con tanto di scossa….
Uno strano quanto insolito odore di frittura fuoriuscì dalle feritoie.
Rendar, deluso per non aver potuto masticare i polpacci degli avversari in tempo, fece rientrare le zanne e si avviò scontento verso la porta, seguito da Alun.
L’unico che resto fu Loki.
Solo nell’oscurità, il paladino no riusciva a smettere di pensare ad una cosa:”Pulciorsi?…ma perchè??”.
Una goccia d’acqua gli sfiorò il capo, ma questi non ebbe la prontezza di pensare come questa potesse essere caduta all’interno di una fortezza sotterranea.
A quanto pareva Atlantide non sarebbe più stata SOLO un mito…

Lascia un commento