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A chi il drago? A NOI!

Asseragliato nella decadente fortezza a guardia del passo di Galvestone, un pugno di civili armati alla bell’e meglio con bastoni e pugnali aspetta l’assalto di un intero battaglione di Elfi della Luna traditori. Se la situazione appare disperata gia’ cosi’ com’e’, figurarsi quando in cielo appare il principale alleato degli elfi – un drago rosso lungo una ventina di metri.

DM: L’aura di terrore generata dal drago e’ troppo per dei semplici civili, che gettano le armi, abbandonano le mura e scappano in preda a un panico tanto terribile quanto incontrollabile; l’unica cosa che ormai hanno in mente e’ RIFUGIARSI NEI SOTTERRANEI DELLA FORTEZZA

CLAUDIA LA PALADINA: Ma io CIO’ L’AURA DI CORAGGIO! Sollevo la spada, che scintilla come una fiamma di luce fredda portatrice di giustizia, e richiamo alla ragione i difensori della fortezza. FEEEEEEERMIIII! NON FUGGITE! SE PROPRIO DOBBIAMO MORIRE, ALLORA NON VI SARANNO NEL REGNO BARDI SUFFICIENTI A NARRARE QUESTA NOSTRA ULTIMA BATTAGLIA!

Acciderba che momento epico! Tra lo sbalordito e il rincuorato, i popolani sentono nuovo coraggio e nuova determinazione scorrere nelle loro vene. Molti tornano indietro e raccolgono le armi che avevano lasciato cadere.

POPOLANO (sputando a terra): Che vengano quegli elfi schifosi e il loro serpentone! Scopriranno che il vecchio Svarbald ha ancora un paio di tiri critici da cacciargli nel culo prima di tirare le cuoia!

SHIN IL BARBARO (dall’interno della fortezza): Claudia, oe’! Abbiamo trovato un vecchio passaggio nascosto NEI SOTTERRANEI! Puoi venire a darci un’occhiata con la tua individuazione del male, giusto per vedere che non ci siano brutte sorprese?

CLAUDIA LA PALADINA (rivolta ai popolani): Beh, io vado un attimo a controllare, ma TORNO SUBITO, eh?

POPOLANI: …

DRAGO: FIAAAAAAAAAAAAAAAAAMMM!!!

A riprova che comunque in ogni cosa c’e’ un aspetto positivo, e’ quantomeno vero che ora i bardi del regno hanno piu’ materiale per il loro repertorio, anche se non esattamente di genere epico-eroico, e, soprattutto, assolutamente non di genere cortese.

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