Per il suo 400° contributo a Elfoladro, Lavos-D tira fuori dal cassetto la sua prima indimenticabile partita a Maid.
Maid è un gioco di ruolo/narrazione condivisa giapponese semplicemente non replicabile con i mezzi occidentali: un trionfo del demenziale più sfrenato, nel quale i giocatori interpretano le domestiche (maid) di un padrone, dove tutti gli elementi dello scenario e dei PG sono tirati a caso. Tanto servono in massima parte come spunti di narrazione demenziale.
I dadi decretarono per Lavos-D una maid nell’ordine: “ragazza-gatto” (e già qui abbiamo già deciso il nome: Nekomi); “ignorante delle cose del mondo” (= svanita totale); due soli punteggi nel gioco, con una sugosa stabilità mentale di zero (praticamente dava di matto al primo problema); come colore distintivo il rosso; “costume di scena” da idol; e… angelo o diavolo, a scelta.
Smaster: Ahò, già sei rossa, se ‘un te va de fa’ er diavolo puoi tirà n’artra vorta…
Lavos-D (anzi, Nekomi): Sarò rossa e un angelo. Sarò un angelo del comunismo.
S: ?
Nekomi: Non ho idea di che cosa significhi, ma mi verrà in mente.
Le nostre domestiche accudiscono devotamente il loro giovanissimo padroncino nella titanica stazione spaziale, ove può sfruttare i suoi incredibili poteri di preveggenza. Chi si occupa della sala computer, chi di rassettare i saloni, chi di pettinare i gatti… quando suona l’allarme!
Smaster: Una chiamata dal Vaticano Spaziale! Vi avvisano che si sta dirigendo nella vostra direzione una colonia aliena…
Kiss: Corro ad allestire il sistema di difesa!
Amaterasu: Corro a chiudere tutti gli ingressi!
Nekomi: Corro a preparare la stanza degli ospiti!
Kiss: Sono sul ponte di comando a dirigere le operazioni. Mi ricevete?
Amaterasu: Sono pronta a far fuoco!
Nekomi: Sono a decidere quale gatto s’intona meglio col colore della stanza degli ospiti.
Kiss: Tutti ai posti di difesa!… ehi: ne manca una.
Amaterasu: Nekomi… guarda che gli “ospiti” sono un’invasione di termiti intelligenti antropofaghe…
Nekomi: Ma è terribile!
Allora bisogna subito sostituire il letto con un terrario!
Ma, oltre agli orridi artropodi, è entrato nella base anche un drappello di umani armati e pronti alla conquista, contro i quali le nostre eroine si preparano a lottare disperatamente…
Kiss: Spara! Spara!
Amaterasu: Fermi! Possiamo dare il via a un’alleanza temporanea contro gli alieni!
Nekomi (che ha fallito un tiro su freddezza ed è diventata una sorta di Hannibal Lecter dei tiri mancini): Lo fisso con lo sguardo di lucida follia. Tiro fuori un rotolo di salsiccia di pesce e glielo metto al collo dicendo “prego!” Poi faccio un fischio ai gatti e mi rimetto con calma in piedi mentre questi lo sbranano vivo.
Amaterasu: I soldati vaticani stanno arrivando!
Nekomi: Difenderò il signorino da loro!
Kiss (lercia di budella umane dopo uno sgambetto dell’amica): Ma almeno hai capito che cosa sta succedendo?
Nekomi: Certo che no!
Ma infine tutto si è risolto: nonostante la base danneggiata dalla vicinanza con un warp spaziale, il signorino è sano e salvo (rinchiuso in una bara con Il Capitale di Marx da riassumere e commentare, ma non sottilizziamo), gli alieni sono stati respinti e ora tutto si avvia alla conclusione.
Sul grandioso sfondo del warp in lontananza, Kiss e Amaterasu sono davanti agli emissari papali, pronti a suggellare la pace dopo la battaglia che li ha fraternamente uniti..
…e Nekomi? Ancora fermamente convinta che ci siano degli ospiti da intrattenere, compare garrula sul megaschermo con microfono in mano, coreografia da videoclip, costumino rosso con falce e martello. E, in mondovisione vaticana, attacca trionfalmente la versione pop dell’inno nazionale sovietico, appena finito di gorgheggiare: “La religione è l’oppio dei popoli!”
Il master impiegò dieci minuti d’orologio a terminare la frase: “La nave papale implode e avete concluso l’avventura”. Dieci minuti passati a ridere in coro.
mmmh… Amaterasu… quindi eravate una cameriera gatto ed una cameriera cane?
Amaterasu è il nome della dea del sole nipponica.
Beh, oltre alla protagonista di un certo videogioco 😉
Novanta minuti di applausi. Avrei voluto esserci!