Riposano sotto i ghiacci eterni la barda e la stregona, entrambe umane di 2° livello, i cui nomi sono ormai stati eclissati dalle loro imprese.
Nella personale ambientazione del master, il gruppo si trovava oltre il Circolo Polare Artico del mondo, ove, sebbene il clima fosse gelido, il terreno era sempre misteriosamente caldo abbastanza da permettere alla vegetazione rada di crescere.
E fu allora che, pochi giorni prima del previsto arrivo di una tormenta di neve, la barda convinse la stregona ad accompagnarla a ispezionare da sole una sorgente termale, forse di origine magica. Ufficialmente per amore della scienza, in pratica perché off-game la prima giocatrice voleva fare bella figura sulla seconda che l’aveva appena mollata…
E così, approntato un equipaggiamento perfetto per sfidare qualsiasi brezzolina primaverile, con viveri per ben tre giorni (“uno per andare, uno per restarci e uno per tornare!”), le due si allontanarono dal villaggio per raggiungere la sorgente. Fu il viaggio a ucciderle? Certamente no. Giunsero sane e salve e si accamparono a pochi passi dalla calda sorgente; non avevano bisogno di nessuno per ammazzarsi da sole.
Nel corso della notte, ovviamente, la tenda crollò sotto un metro di neve.
E il dinamico duo si ritrovò senza protezione, con abiti e tutto l’equipaggiamento fradici, in mezzo a uno spesso strato di fango formato dalla neve sciolta dal calore del suolo e dai vapori termali.
Asciugarsi? E come?
Salire su un albero? Ma, chiaramente, non offriva sufficiente protezione da una tormenta a due stolte avventuriere inzuppate.
E così la barda dallo sguardo innocente ebbe l’idea che cambiò tutto…
“Ci mettiamo a scopare.”
*silenzio di tomba degli altri giocatori*
“Così stiamo calde.”
Così le imprese prendono il posto dei nomi propri: poiché le due PG sono da allora ricordate, nella lapide e nei cuori degli ex compagni, solamente come “Le due pirla che son morte congelate trombando in cima a un albero mentre stavano a due metri da una sorgente calda“.
Il master allibito, dopo aver cercato di salvarle facendole resuscitare da un vampiro, commentò la loro seconda e ultima dipartita (avevano fatto le sceme con un paladino) con un “Beh, io ci ho provato, ma due volte non vi salvo!”