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Capitolo II

Ragionando delle fondamentali differenze tra prosciutto e bresaola, il gruppo di eroi, arricchitosi adesso della presenza di Goldmoon e Riverwind, decide finalmente di raggiungere l’ambita
meta: Solace.

Solace, la città famosa per i suoi vallenwood (sorta di alberi bonsai, larghissimi ed estremamente bassi) tra i cui rami la popolazione ha costruito le proprie abitazioni. Una
caratteristica questa, che l’ha rapidamente resa meta di grandi flussi turistici. Numerosi i tour organizzati che, prima di mirare i vallenwood, non esitano a fare sosta nelle altre attrattive della città: la bottega del fabbro e la locanda dell’Ultima Casa.

A pensarci bene non è che poi ci sia tutto quel gran vedere a Solace.

Il che dimostra quanto può fare una campagna pubblicitaria ben studiata.

Ma torniamo al nostro gruppo di eroi che, superato il cartello che delimita la cittadina (Solace – Comune DeGoblinizzato – Gemellato con Pax Tarkas), sta arrancando sui
gradini che portano alla locanda. Aperta la consueta porta in legno, vengono investiti dalla familiare luce e calore.

Otik, il locandiere li accoglie con un sorriso e li invita a sedere ad un tavolo “Accomodatevi qui!”, dice, ” Vi porterò immediatamente una porzione delle mie famose
patate spezzate!” e si allontana rapidamente, lasciando gli eroi con l’inquietante immagine di un piatto colmo di tuberi frantumati.

Tali sinistri pensieri vengono rapidamente sopiti quando, dalla cucina, esce una ragazza di rara bellezza. Rossi i capelli e verdi gli occhi, un fisico prorompente e generoso
su cui lo sguardo potrebbe a lungo spaziare, non fosse subito catturato da un vertiginoso tanga.

Il locandiere viene subito interrogato “Ma quella chi è?” riescono i nostri a far capire tra un eccesso di salivazione e l’altro.

“Vedo che non avete riconosciuto la mia piccola Tika, la vostra compagna di giochi” risponde Otik con voce paterna “Effettivamente è una discreta f…” comincia a dire uno prima di essere brutalmente interrotto dal locandiere “Tika! Con la ‘T’!”

Nel frattempo la ragazza si è avvicinata ondeggiante al gruppo, saluta un po’ tutti, ma si sofferma più a lungo su Caramon arrossendo. Le gomitate sotto al tavolo e i ghigni si sprecano. “Cosa avete fatto in questi cinque anni?” domanda la ragazza curiosa e del tutto incosciente del panico che avrebbe causato.
Ne segue una confusa serie di risposte la cui somma totale da come risultato “abbiamo cercato tracce degli dèi, ma poi in sostanza siamo stati cinque anni a girellare per un bosco”. Prima di passare definitivamente da imbecilli, qualcuno ha la felice idea di chiedere il motivo dell’esistenza di un accampamento hobgoblin appena fuori del villaggio.

Si scopre quindi che questi sono al soldo di un certo Ederik detto Edrik (ma in Solace tutti lo chiamano “Ehi! Tu!”), tal teocrate di una nuova setta religiosa. Gli hobgoblin
sarebbero, di fatto, le guardie della città che hanno anche istituito di recente una sorta di coprifuoco. In effetti Tika e Otik sono sorpresi di come il gruppo sia potuto giungere a così tarda ora senza incontrare una delle pattuglie.

Imbarazzati dal fatto di aver appena eliminato parte delle autorità del posto, i nostri decidono di investigare un po’ di più.

Mollati quindi i due al tavolo come due stoccafissi, il gruppo si sparpaglia per la locanda ad interrogare i pochi avventori ovvero: un vecchio, un bambino, una coppia di amanti ed un bardo. Quest’ultimo, interpellato, osserva con fare assorto il gruppo ed esordisce così :

“C’è una strana luce nei vostri occhi”

“Dev’essere Tika” ribatte Tasslehoff

“Ehm, non intendevo questo… vedo che il vostro futuro è legato ad un bastone azzurro, vedo grandi gesta e grande pericolo…”

Prima che il tizio cominci a portare sfiga, il kender si reca dal bambino che sta incantato a guardare il fuoco del camino. Egli gli racconta, come se qualcuno gliel’avesse chiesto,
di aver visto un cervo bianco correre in una vicina collina.

Sturm ha un momento di disagio a tale notizia, ma gli passa subito.

Non avendo niente di meglio da fare (il vecchio continuava a lamentarsi della propria artrite e a raccontare barzellette sui goblin, la coppia era troppo impegnata a tubeggiare per rispondere
alle domande), si decide quindi di investigare su questo cervo. All’indomani, con Timmy (questo il nome del bimbo), il gruppo si recherà alla cerca di questo strano animale.

Legolas
Author: Legolas

Nasce nel 69 ma non se ne vanta, dopo 30 anni decide di aprire un sito internet a cui si affeziona e non lo chiude più.

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