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Eberk, l’indomito campione d’immersioni

Sempre sarà ricordato dai suoi compagni Eberk, il nano guerriero di 2°.

Il suo fermo coraggio, la sua avventatezza, e soprattutto la sua incredibile capacità di alterare le leggi della statistica a suo sfavore, per la quale contro di lui nessun nemico tirò mai meno di un 18 naturale, lo hanno reso immortale nel ricordo dei suoi cari.

 

Eppure sopravvisse a ogni battaglia; finché, per raggiungere l’isolotto in mezzo al laghetto nella palude, ove si trovava il campo dei lucertoloidi, si tuffò deciso con tutta l’armatura nelle torbide acque. Prima di colare a picco sul fondale fangoso, risuonò il suo grido: “Ci ho piussèi a nuotare!”

 

Il gruppo passò gran parte della sessione a tentare di ripescarlo dalle torbide acque, rese ancora più torbide dal buio della notte e dall’immane quantità di sedimenti sollevatasi dallo schianto di 130 kg di metallo e carne.

Nel mentre l’indomito Eberk, rialzatosi senza un lamento, marciava fieramente e completamente alla cieca sul fondale, sperando di raggiungere una riva prima di finire il fiato e ovviamente allontanandosi da entrambe.

Assistevano i lucertoloidi sull’altra sponda al bizzarro spettacolo, turbati da interrogativi del genere: “Nel senso che questi che stanno annegando in due metri d’acqua sarebbero gli eroi che si sono offerti di aiutarci?”

 

Così bassa fu l’impressione che, quando finalmente il gruppo caricò armature ed equipaggiamento su una piccola zattera e raggiunse alfine il campo, i lucertoloidi avevano deciso di catturarli e derubarli.

E così fu che Eberk, sfuggito alla morte e mai propenso a piegarsi, li caricò tutti e dodici a testa bassa disarmato e in mutande, finendo atterrato, sgozzato e cucinato per cena.

 

In mancanza di qualcosa da seppellire, i compagni piangono ancora la fine prematura del loro unico picchiatore da mischia.

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