Kromm, gladiatore minotauro dalla forza sovrumana e dal quoziente intellettivo di una pianta grassa, mantiene i suoi bonus grazie ad uno spettacolare role-playing del giocatore che utilizza un linguaggio del tutto appropriato anche nelle più elementari conversazioni.
In un dungeon senza fine nelle segrete del tempio del dio della guerra, il gruppo brancola nel buio di fronte ad monito inciso su un portale che recita: “Non si osi sfidare il nome di Torm”. Al di là del portale, alcune mattonelle illuminate sul pavimento tracciano (guarda caso!) la scritta “TORM”.
E Kromm, nonostante il giocatore abbia da tempo risolto il semplice enigma, non può in alcun modo intervenire costruttivamente nel dibattito degli altri PG né può, com’è ovvio, imbeccarli.
Dopo circa due ore di aiutini da parte dell’esasperato master, finalmente il nano Ulf (chierico del dio della guerra recuperato proprio nel tempio!) sembra avere un’intuizione geniale.
“Non dobbiamo entrare da questa porta!” esclama con enfasi “Cerchiamo altri passaggi!”.
Kromm prende la parola e rivolgendosi al resto del gruppo sentenzia allibito:
“Io mino-tauro, ma lui mino-rato!”