Vogliamo ricordarlo in uno dei suoi rari momenti di visibilità, mentre tenta di far fruttare i suoi lunghi anni di studio della magia prendendo a pugni il primo nemico sotto tiro.
Oppure nell’intento di piegare l’effetto dei pochi incantesimi conosciuti al suo volere, con effetti irripetibili: “ventriloquio” come diversivo di fuga o “forma gassosa” per ingannare fanciulle inermi, “disco levitante” come skateboard o “palla di fuoco” come utile chiavistello per aprire ogni porta.
Lo ricordiamo nella sua ferra fiducia riguardo l’incantesimo “metamorfosi funesta”; intere sessioni passate a tramutare qualunque cosa in un pollo salvo poi scoprire che contro un drago la fiducia non basta (e comunque un pollo sputa fuoco non è il massimo della vita).
I compagni – costretti ad un combattimento mortale per aver salva la vita – scelsero tutti, senza esitazione, di attaccarlo simultaneamente. Posero, sui pochi resti, un rispettoso cast di “invisibilità”.