Vai al contenuto

Dal Diario di Whisley The Hat (storie di una compagnia)

La
giornata non poteva iniziare meglio. La scazzottata del compagno Borgut
nella taverna del paese ci ha fatto vincere una somma smisurata di
monete d’oro e la folla incitante ha deliziosamente fatto da cornice
alle mie leste mani.. tra i tanti borselli ghermiti ho messo le zampe
anche su uno stupendo pugnale magico. Riposati dalle ultime imprese,
siamo scesi nella sala comune, dove, solitaria, una persona
incappucciata si serviva di una qualche schifosa bevanda che l’oste
considerava birra (sinceramente ho bevuto meglio in taverne peggiori).
Non vedevo l’ora di mettere il muso fuori e di farmi un giro per
spendere soldi tanto “guadagnati” la sera precedente, se non fosse che
il mio muso sbattè su una parete d’aria posta invisibile di fronte
l’uscita. Eravamo bloccati nella taverna! E qui la mia prima
imprecazione della giornata. Decisamente irritato, chiesi di chi era lo
scherzo, ma lo stregone mi guardava come per dire “non guardare me, sto
posto fa schifo anche a me!”. Il monaco sembrava interessata alla
figura incappucciata.. forse lui ne sapeva qualcosa.

E ne sapeva tanto. Era un mago, o così c’e’ sembrato, e il suo
“sequestro” (altri 5 minuti e il mezz’orco gli avrebbe stampato in
fronte “qui giace un mago spiritoso”) fu giustificato dal fatto che
voleva incaricarci di compiere una missione.. tanti bla bla a cui non
prestavo attenzione. Con me poche chiacchiere: o botte o soldi. Ma non
furono ne l’uno, ne l’altro.. solo la promessa di oggetti rari… mah,
può anche andare! La missione? Recuperare una sorta di libro nella torre del mago del paese
(Tilverton), un certo Atalon. Xort, il mago sequestratore, ci suggerì
di trovare accesso dalle fogne; e qui la mia seconda imprecazione… Non
bastava andare in giro con “Arbre Magic” Borgut? Comunque accettammo
l’incarico.. in fondo non avevamo nient’altro da fare, e per un gruppo
di soggetti poco raccomandabili significherebbe annoiarci e finire a
botte tra di noi; meglio sfogarci su qualcos’altro. Prima
di dirigerci verso la torre ci demmo alle spese folli.. pozioni, corde,
razioni, cose del genere. Kram e Borgut si sono comprati una bella
armatura nuova e a vederli ora sembrano i protagonisti di qualche
commedia teatrale.. non che io ne abbia mai vista una… io ci vado solo
per rubare. Anch’io non mi sono risparmiato in spese, concedendomi
l’acquisto di un pugnale con barbigli dall’aspetto notevole. Il monaco
guardava le mie nuove armi come per dire “con le mie mani letali, sono
molto più fico”.. e forse è vero… ma a volte mi chiedo come si provochi
quei calli.
Riuniti
tutti nella piazza del mercato, ci dirigemmo verso l’alta torre.
All’entrata c’erano guardie, come è ovvio, e il simpatico Gendo “quanto
sono fico” ha scambiato con loro due chiacchiere. Se si metteva un
cartello con scritto “SONO INTENZIONATO AD ENTRARE NELLA TORRE” faceva
prima. Pensieri sarcastici a parte, ci impegnammo alla ricerca di
tombini discreti alla vista della folla (e soprattutto delle guardie).

Ci volle il monaco per alzare un tombino (il mezz’orco frulla solo
quando è incazzato) e finalmente ci trovammo nella merda, ovvero nelle
fogne della città.Non mi dilungherò troppo a raccontare ciò che a tutti è ovvio e prevedibile. 1) ci siamo persi non so quante volte nel labirinto puzzolente, tanto che stavamo quasi pensando di cambiare residenza. 2) Le fogne sono un luogo frequentato da cose poco cordiali, quindi di cambiare residenza non se ne parlava 2 Troll di fogna, 7 goblin che facevano un rave party e 2 melme dopo… eravamo ancora persi… Lo
scontro con i goblin va ricordato, data la natura tragicomica: Shinji
lo Stregone faceva il super fico con i dardi incantati, Borgut fece
scappare con un urlo 3 goblin che andarono in pasto alle melme nella
stanza vicina (i quali stavano dando un altro rave party in concorrenza
a quello dei goblin ed evidentemente era una festa esclusiva).. in
compenso il monaco rimase sordo per un po’. Io affettavo come un
guerriero Shogun i mostriciattoli mentre il mezz’orco li pressava come
patate. Gendo (il monaco) deve aver subito uno shock notevole perché
prendeva a pugni mostri immaginari mentre noi ripulivamo la zona; ogni
tanto qualche colpo andava a segno, ma con la stessa probabilità di un
tiro di dato di una partita truccata dall’avversario. Con le melme la
cosa fu un po’ più seria, dato che colpire con un pugnale un sacco di
gelatina era come tentare di affogare un pesce. Dopo
nuovi giri tra i cunicoli (su alcuni muri avevo inciso “Whisley c’è”,
“Whisley c’è ancora” e “Questa è la messaggeria di Whisley, lasciate
una nota dopo il segnale visivo”), trappole più o meno disattivate (per
poco non finimmo affogati in una stanza… se non fosse stato per la
forza bruta di un mezz’orco incazzato a quest’ora saremmo corpi gonfi
in una piscina sotterranea), la scoperta di un bello scolo pluviale e
futili porte segrete annesse e connesse, raggiungemmo i pressi delle
fondamenta della torre, dove, ad accoglierci 3 zombie si sollevarono
felici. Ringraziati
gli zombi dell’accoglienza, entrammo nelle stanze sotterranee della
torre: un bel posto, arredato, asciutto.. doveva essere notte ormai
perché eravamo stanchi e affamati. E per essere originali, mangiammo e
dormimmo. Non cantammo.. peccato.. ma qualcuno ha russato quasi tutta
la notte.

Svegliati tutti allo scadere dell’ultimo turno di guardia, continuammo
la nostra missione. Dopo una colazione a base di ragni intermittenti
(metaforicamente parlando… non li mangiammo… però erano intermittenti
davvero), un’acrobazia degna dello spot della Nike (il monaco, salendo
sulla schiena del mezz’orco chinato effettuò una rovesciata calciando
il ragno aggrappato al soffitto) e il ritrovamento di una strana fiala
di antidoto, il nostro gruppo raggiunse una stanza arricchita di belle
statue di guerrieri e maghi e un portale ai piedi di una colossale
statua divina. La stanza che ci consentiva di attivare il portale era
chiusa; fortunatamente la chiave era nelle vicinanze. Nella stanza
trovammo due Golem di pietra giganti, anzi.. mastodontici. Così grandi
che il mezz’orco, dai suoi due metri d’altezza, incominciò a
comprendere il significato di essere uno gnomo. I golem erano immobili,
imponenti, su due piedistalli che presentavano ai rispettivi lati due
bei pulsantoni. La pressione automatica dei due meccanismi fece muovere
i golem, i quali, cozzando i pugni tra di loro, aprirono una nicchia
nella parete, in fondo alla stanza. Nella nicchia, inserito in una
sobria sede, c’era uno scettro scintillante. Da
quel punto in poi non mi ricordo molto… ma credo che la vista di un
oggetto di valore m’abbia fatto sballare. Ricordo di essere corso verso
la nicchia, di aver sfilato con sguardo assatanato lo scettro dalla
sede… e poi credo di aver fatto arrabbiare i golem, i quali mi
attaccarono nella loro maestosità con l’intento di ridurmi in
poltiglia. I miei sensi scattarono.. e il mondo rallentò. Con
un’agilità fuori dal comune (gdr off: 20 naturale.. vuoi mettere?)
sgattaiolai tra le loro gambe levigate e raggiunsi i compagni, i quali
stavano disposti come se dovessero essere ritratti in una posa
aggressiva: Shinji era carico staticamente di energia arcana, Gendo in
una posa “quanto sono fico barra mo’ so caxxi”, Kram spaccone più che
mai con le spade sguainate e l’aura psichica carica e Borgut con la
bava alla bocca (gdr off: mi ricordava Obelix quando urla “i romani i
romani!” tutto eccitato). Eravamo morti, ma non lo sapevamo.
Fortunatamente lo sapeva la pergamena magica di Shinji, che decise di
manifestarsi trasformando il pavimento, durante lo scontro, in fango. I
golem affondarono e cercando di trascinarsi dietro il mezz’orco.

Io,
il monaco e lo stregone iniziammo a giocare con il golem a “tira la
fune orchesca” mentre il guerriero psichico decise di entrare in sfida
con il monaco nella competizione “Sono sempre più Fico” non sapendo di
aver già vinto il premio per “l’essere senziente peggio vestito del
reame”. In parole povere, Kram saltò sulle braccia di pietra e accecò
con la spada l’occhio del golem, il quale lasciò Borgut e si decise a
crepare nel fango come ogni creature dovrebbe fare quando ha la
sfortuna di incontrarci (ma perché non lo fanno subito?? Tanto lo sanno
che i più fichi siamo noi!!!). Ma
i guai non erano finiti. Due raggi di luce partirono dalla stanza
diretti verso il salone del portale e, convinti di aver la strada
libera per la cima della torre, ci trovammo a scontrarci con le statue
dei maghi e guerrieri rianimati (un mago, un arciere, un guerriero e un
chierico). Io durante la corsa inciampai e mi suonai lo scettro sulla
testa. Quando rinvenni, avevamo attraversato il portale (io sulle
spalle del mezz’orco), e a quanto pare, le statue non se la sono
passata molto bene.

Lascia un commento